Sul grande schermo
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Premi Oscar: l'inutile necessario    
Passare per un festival sembra essere la tappa d'obbligo di qualsiasi produttore, regista, attore. Solo così la macchina produttrice (e immaginativa) va avanti.      
La domanda è "dove sta il vero cinema"?
di Gerardo Monizza
     

La ricetta è semplice: si prende un buon film e lo si sala con un po' di Oscar; può anche bastare una passatina di Cannes o insaporirlo con qualcosa di Berlinale; spesso basta lo sfioramento del Pardo (di Locarno) oppure una spalmatura a Venezia e il piatto è servito.

Un buon film (discreta materia prima, cucinato a dovere da cuochi esperti) può andare avanti anni, anzi decenni e ancora fregiarsi del tocco di spezie ottenuto a qualche festival di fama mondiale ("Via col vento", insegna). A questo servono, dunque, quelle grandi macchine spremifilm, ammazzattori, stritolaregisti e ingoiaspettatori che si mettono in moto appena la stagione si fa bella e le passerelle sono disponibili (meglio se all'aperto: facilita i contatti e migliora il businnes). Perché dolersene, perché scandalizzarsi, perché soffrire di lesa arte. Come se il cinema fosse qualcosa di puro, di virginale, di incorrotto. Non è questo.

Poco frequentata la Settima Arte e lasciata per sempre la Decima Musa il film (detto in italiano pellicola) preferisce frequentare i supermercati. Lì c'è tutto: il bello, l'utile e il volgare mischiati a puntino e capaci di far rendere: tre per uno. L'Arte (semmai esiste) è altrove e mai proiettata sugli schermi candidi delle sale cinematografiche. Quel che si vede è illusione pura e magia che hanno saputo trasformare dobloni pesanti in piacere assoluto, magari persino in cultura moderna.

Passare dunque per un Festival è la tappa d'obbligo di qualsiasi produttore, regista, attore che abbia la testa sulle spalle (e le mani in pasta). Solo così la macchina produttrice (e immaginativa) va avanti. Altrimenti è la fine.

Discutere, dissentire, elucubrare se sia stato meglio o peggio questo o quel titolo o quella premiazione è fingere di non capire. Le incongruenze - tuttavia - non mancano: come si fa a mettere sul caminetto dei produttori (e altri fabbricatori d'immagini) lo stesso Oscar che premia "Il Signore degli anelli" e "Le invasioni barbariche"; confrontare lo spettacolo esagerato dell'eterna saga (Il "Signore" s'è preso l'Oscar per regia, sceneggiatura, montaggio, sonoro, canzone eccetera) contro il rigore dell'eterno dubbio delle "Invasioni"; l'esagerazione fantastica (Oscar per trucco, effetti visivi) e la descrizione quasi aspra, storica, precisa; la minuziosità descrittiva (il "Signore degli Anelli" ha ottenuto l'Oscar anche per scenografia e costumi) contro la provocazione grottesca riportata sullo schermo senza orpelli aggiuntivi né effetti particolarmente speciali.

La domanda vera che ciascuno spettatore dovrebbe porsi (e forse la risposta sta proprio nella scelta dei giudici americani) è "dove stia il vero cinema". Nella trasposizione di una favola pseudo filosofica o nella narrazione di una "vicenda" che muove dal reale? Il gioco potrebbe continuare all'infinito, ma senza risultati apprezzabili. Perché il Cinema è (anche) questo: saper stare ovunque nei vasti e indefiniti spazi dell'immaginazione e saper provocare emozioni a chiunque, ovunque, sempre. Un giallo, una farsa, l'avventura, la commedia, l'animazione sono i tanti modi di "raccontare" un frammento della storia immensa che lo schermo riceve in forma di luce e che riflette, agli spettatori attoniti, in modello di cultura. Il che non è poco.

Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.