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Sul grande schermo di LifeGate.
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Il leone d'argilla |
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24 piccoli siparietti di poco più di un minuto l'uno per raccontare il Festival di Venezia, ma anche per farci capire, almeno in parte, l'aleatorietà dei suoi contenuti, e come le sue atmosfere patinate possano racchiudere, in realtà, ben poco.
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di Sergio Ragaini
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Un titolo particolare. Un qualcosa che potrebbe evocare, forse, immagini mitologiche, o avventure nella foresta. O forse spedizioni nel passato, o in luoghi remoti.
Niente di tutto questo. Il leone di cui si parla è molto più vicino a noi. Si tratta del leone di Venezia, quello assegnato al Festival del Cinema.
Ma l'argilla rimane. Al posto dell'oro e dell'argento. L'argilla, magari bella, ma molto fragile, come nel caso del famoso "gigante d'acciaio con i piedi d'argilla". un'immagine che evoca qualcosa di apparentemente solido, ma in realtà estremamente vulnerabile. O forse un'immagine che nasconde, nella sostanza, la vacuità, la pura forma contro la sostanza delle cose.
Quanto appare sullo schermo sembra andare in questa direzione. il film consta di 24 piccoli episodi, di poco più di un minuto l'uno. Mezz'ora per raccontare il festival, nel suo svolgimento, fino alla sua fine, quando le luci si spengono lasciando, forse, il silenzio, il nulla.
La struttura del film va pure in questa direzione. tutti gli episodi sono racchiusi ed introdotti, dai movimenti di un mimo. Un sipario teatrale interessante, ma che forse vuole evidenziare la teatralità dell'evento. Una teatralità che nasconde ben pochi contenuti, una teatralità fatta di atmosfere patinate, di riflettori accesi, ma che denota poco spessore, e forse poca capacità di esprimere giudizi obiettivi: un qualcosa di scontato, di protocollare, magari di già prestabilito.
Anche il contenuto dei singoli episodi è lo specchio di un qualcosa puramente rivolto all'immagine. Comprese le dive, che si muovono come manichini, la cui preoccupazione maggiore non è di certo il valore artistico del lavoro, ma piuttosto quello strettamente personale (l'apparire, appunto!). Compresi i servizi interni, le conferenze stampa fatte di parole altisonanti ma di poco contenuto, gli atteggiamenti di contorno al festival, le atmosfere ovattate, anche nel senso di incolori e, forse, prive di forme tangibili, dove tutto appare lontano, inavvicinabile.
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Un attacco ad un qualcosa che non propone quasi nulla. Dove sovente giochi di potere e di calcolo vanno al di là del vero valore artistico, messo purtroppo, spesso, in secondo piano.
Un attacco, probabilmente, anche ad un Cinema commerciale. Un attacco che condivido. Tante volte, infatti, ho parlato in termini non del tutto positivi del Cinema delle grandi passerelle. Silvano, qui, vuole mostrare la sua inefficacia, la sua incapacità di mandare veri messaggi. Ma va anche oltre il contenuto del Cinema proposto. Parla delle forme, che evidenziano contenuti poco lusinghieri. Mostra come, nel Cinema delle grandi passerelle la stessa gestione ed organizzazione sia ben poco attenta al valore artistico. Mette in luce come tutto appaia una sorta di pro forma, un qualcosa che deve essere fatto, ma che probabilmente è poco sentito.
Per dare, infine, valore ad una "Società dell'avere". Silvano, invece, propone con il suo Cinema, una "Società dell'essere", dove il valore non sia l'esteriorità, ma l'interiorità, quello che si è davvero e non a come si appare, il contenuto e non il contenitore, bello ma vuoto, come spesso, purtroppo (ma non sempre, bisogna dire!) è il Grande Cinema.
Decisamente, pur ritenendo che da Venezia possano uscire grandi film, e "grande Cinema" in ogni senso, in questo momento sono felice di amare il Cinema indipendente. Dove, lontano dai riflettori, si porta avanti un vero e solido messaggio umano e culturale.
Riferimenti:
Silvano Agosti è un regista indipendente. I suoi film non seguono quindi canali distributivi convenzionali.
Esistono comunque due cinema dove è possibile vederli. Uno è a Brescia, il "Piccolo Cinema Paradiso", in Via Francesco Lana 15 (nel centro storico). L'altro è l' "Azzurroscipioni, "a Roma, in via degli Scipioni 82 (quest'ultimo è di proprietà dello stesso Agosti).
Sul Sito del regista, www.silvanoagosti.com, è possibile ordinare le sue opere online, oltre che trovare diversi riferimenti e dati sull'autore.
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Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
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Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni.
Info:
Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected]
Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
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Addio Janet Leigh
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"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960.
Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni".
È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'. |
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