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Festival della Montagna  
Un festival davvero bello ed interessante. Un'organizzazione imponente, come si addice ad una manifestazione grande come quella vista.      
Osservazioni
di Sergio Ragaini
     

Un qualcosa, direi, di ben organizzato. Ed i miei precedenti commenti fanno nettamente capire che si è trattato di un'esperienza positiva in tutti i sensi. Solo alcune cose da segnalare, a mò di annotazioni. Qualche sovrapposizione. Che ti costringeva a rinunciare a qualcosa. Anche se era interessante. O a correre per vedere tutto, magari senza vedere nulla per intero, non potendone gustare appieno l'atmosfera. Lo so, lo dico quasi per il dispiacere delle cose che ho dovuto, per forza, lasciare indietro. Non so se alcune sovrapposizioni fossero evitabili. come fare per porvi rimedio? La programmazione avrebbe consentito di evitarle? È solo il dispiacere di dover scegliere tra cose comunque tutte molto belle! Problemi organizzativi di altro tipo? Me ne sovviene solo uno: la serata K2, presentata da Messner. Diversi accreditati sono dovuti rimanere fuori, talvolta per fare posto a persone che, magari, non erano, per così dire, "addetti ai lavori". Io stesso sono finito nella sala con il Maxi schermo (dove forse ho però visto meglio di chi è andato in sala "dal vivo"!). Domanda: l'accreditato ha diritto al posto per definizione? O anche il puri spettatore, se comunque prenota (e paga!), ha gli stessi suoi diritti, compreso quello di lasciarlo fuori? Ai posteri (o anche a chi ha semplicemente vissuto il festival) l'ardua sentenza. Su questo, ho visto diversi colleghi ben poco contenti. Ed un momento di delusione l'ho avuto anch'io. Sospendo però ogni ulteriore riflessione: non mi sembra il caso. Parlare troppo di questo fatto rischierebbe di attenuare, ad esempio, il fascino della musica del Coro della SAT, sentito poco prima della "serata incriminata". Segnalo semplicemente il fatto senza commenti: ma non deve essere un qualcosa a cui attaccarsi, sminuendo la bellezza vissuta al Festival. È solo un evento, un possibile problema. Deve passare via, come l'acqua di un ruscello montano, e comunque dissolversi nel mare di bellezza e di positività vissuto. Non è nemmeno una macchia, e in ogni caso sono cose che succedono. Nessuno è perfetto! È solo un dato, da prendersi in modo neutro. E poi, dicevo, ho forse visto meglio. Tutto era a me vicino, e non, magari, lontano come per coloro che erano in sala! Inoltre, è stato più "democratico": per una volta la "gente comune" non è stata scavalcata da chi era "addetto ai lavori". E forse è stato meglio così! Ancora sulla serata: mi ha stupito vedere che i protagonisti veri del K2, Compagnoni e Lacedelli, non hanno parlato. Come mai? Anche qui sospendiamo il discorso. Non mi sembra opportuno parlarne. È solo un'annotazione senza alcun giudizio. È successo e lo riporto. Ma senza alcun tipo di umore o tono emotivo, solo come fatto. Che di certo non adombra una serata comunque bella e positiva; solo lascia un interrogativo. Ma solamente quello. Un dispiacere in una cosa molto positiva. Bella l'idea di introdurre, per gli accreditati, la possibilità di vedere, su appositi televisori, i film che non si riuscivano a vedere in sala (o di rivedere le sequenze più interessanti). Purtroppo, i cinque schermi disponibili non permettevano di usufruire appieno del servizio. Infatti, si riempivano quasi subito, rendendo difficile poterli utilizzare (a meno di non prenotare, e sovente con adeguato anticipo!). D'accordo, si fa quel che si può con i mezzi a disposizione! Per le edizioni future, quest'ottima idea ci auguriamo venga ampliata. Il sogno: una grande sala piena di televisori in modo da poter soddisfare chiunque. Solo sogno? Speriamo che divenga realtà! Un altro dato: la rappresentazione "Il cammino del Santo" dei giovani della Lessinia. Bel lavoro, commuovente e dall'interpretazione magistrale da parte dei bimbi, incredibili attori provetti. Solo un problema di contenuti: una forte esaltazione del Concilio di Trento, pagina invece cupa e ben poco solare, e un testo che mancava decisamente di rispetto a Lutero ed al suo lavoro. Ma si tratta di contenuti. Dalle parole dell'Autore, erano leggende popolari. La messa in scena e le musiche erano impeccabili. Un bravo ad Alessandro Andreasi, dimostratosi poi anche ottimo Direttore di Coro. Il verdetto finale, che ha premiato "Touching the void" di John McDonald. Un film spettacolare, ma troppo marcato e troppo, di certo, legato alla "fiction". Bello, ma forse eccessivo e non sempre realistico. Forse non era, almeno secondo me, il meglio della mostra. Ma il presidente di giuria Maurizio Nichetti ha affermato che ha vinto ciò che ha emozionato di più. Con questi parametri di valutazione, di certo il lavoro di emozioni ne donava tante! Quindi la scelta, anche se parzialmente discutibile, ha trovato una sua giustificazione. Tutte annotazioni e dati, segnalazioni ed impressioni. Non di certo critiche. Solo sensazioni. Che non toccano in alcun modo la grande positività e la magia di tutto quanto abbiamo potuto vivere a Trento. Ancora grazie, quindi!

Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.