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Festival 'Altrocinema'  
Alla sua prima edizione, ha mostrato prodotti spesso di ottima qualità, facendo passare messaggi forti e mostrando, in particolare, che il Documentario può avere un pubblico anche entusiasta. Di certo un varo del festival avvenuto con pieno successo.      
Milano; 5 - 9 giugno 2004
di Sergio Ragaini
     

Altrocinema: libero, indipendente, sperimentale, d'autore, sociale, documentario. Così recita il logo di Altroicinema, mettendo di certo l'accento sull' essere alternativi, sul parlare di quelle realtà che, soprattutto in Italia, sono del tutto ignorate, perse nel Cinema dei riflettori, o in un Cinema fatto di stereotipi preconfezionati, ove la creatività vera ha poco spazio.

In questi giorni, a Milano, Altrocinema ha saputo mantenere fede alle promesse. Presentando un programma davvero alternativo, dando forza e parola a tutte quelle realtà che, altrimenti, verrebbero ignorate, passando e perdendosi tra le miriadi di eventi che condizionano, spesso in modo automatico, le nostre vite.

L'ha fatto con garbo, e con un grande coraggio. Appariva subito, infatti, l'aver organizzato questa rassegna in concomitanza con quella, ben più propagandata, di "Cannes e dintorni", retrospettiva del festival di Cannes, che di certo tende a richiamare maggior pubblico. Una concomitanza che non ha spaventato gli organizzatori. Uno di questi ha detto, in modo deciso, che chi vuole un certo tipo di prodotto sa dove andare.

E il pubblico ha dato ragione agli organizzatori. Facendo registrare, in alcune circostanze, il tutto esaurito, da persone che hanno sfidato uno sfavorevole caldo per assistere, ad esempio, all'inedito, provocante e bellissimo The big one di Michael Moore, lavoro in cui il noto regista di "Bowling a colombine" indaga sui motivi dei licenziamenti di società in attivo, che non avevano remore nel lasciare sul lastrico numerose persone pur di "restare competitivi" (almeno così dicevano loro!).

Un pubblico che ha sete di diverso, di alternativo. Ha sete, anche (e forse soprattutto) di documentario. Quel documentario che in Italia sembra dimenticato, forse bloccato e rinchiuso nello schema di un oggetto didattico e formale, ma sovente dai contenuti poco stimolanti e poco coinvolgenti. Il festival ha inequivocabilmente dimostrato che, invece, il documentario di qualità, anche con una forte dose di sperimentalismo, può catturare il pubblico, e tenerlo incollato allo schermo con lo stesso mordente di un film di avventura, trasmettendo però ben di più dal punto di vista umano e sociale.

Tra tutto quanto visto, in tal senso, spicca forse Surplus, di Erik Gandini. Con un linguaggio quasi pubblicitario, le contraddizioni del mondo di oggi appaiono, attraverso un caleidoscopio di immagini che mettono a contatto la produzione, le luci sfavillanti del business, e la miseria dei più. Un linguaggio innovativo, che ha portato il regista a dover andare in Svezia per fare ciò che qui gli sarebbe stato impossibile fare.

Un altro film, forse, è da citarsi, l'argentino Días de cartón di Veronica Souto (vincitore di Roma Doc Festival). I "cartoneros", persone costrette dalla crisi a vivere di raccolta di cartone. Le loro storie e gli ostacoli che essi trovano da una società che schiaccia chi è debole ed esalta chi è forte e ha mezzi economici. Luci, immagini, voci e suoni, lirismo intenso per un lavoro che rimane in te anche quando le luci si sono riaccese.

Una rassegna, quindi, che con grande semplicità ha saputo offrire un davvero notevole livello qualitativo. Grazie anche alla collaborazioni con importanti rassegne cinematografiche. Per citarne solo alcune, Tekfestival, Kinoetika, Documè, Borderlands, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Da citarsi, a proposito di lotte operaie, la serie di interessanti documentari dedicati alla crisi della Fiat. Immagini reali, sovente crude, per mostrare come il mondo del Business lascia dietro di sé una scia fatta di miseria e sconforto.

Il formato dei lavori proposti era nella quasi totalità il video. Anche questo è guardare al futuro, proponendo un mezzo dinamico e versatile invece che un mezzo sostanzialmente ingombrante e di interesse più "storico" che funzionale come la pellicola (poi inadatta a qualcosa di flessibile come è un documentario).

In conclusione, credo proprio che la rassegna abbia saputo davvero dimostrare che il Cinema di qualità, anche documentaristico, piace alle persone, e che sia solo una scelta fatta a propri (e forse per interessi socio - economici ben calcolati) il non volerlo proporre in modo massiccio, come invece credo meriti.

Un grazie sentito, quindi, ad Altrocinema, ed un grande augurio per le attività future. Grazie anche a Dropout Officina dell'Immagine (struttura direttamente coinvolta nell'organizzazione), studio di produzione, per quanto ha fatto in questi giorni e un augurio per il suo primo corso di Documentario: perché possa essere il primo pilastro verso una cultura del documentario, genere così ignorato in Italia, ma di così grande valore comunicativo.

Appuntamento quindi alla seconda edizione, con ampi margini di miglioramento: direi proprio che il "varo" di questo festival è avvenuto con pieno successo!

Sito ufficiale:
www.altrocinema.it/festival Sito della manifestazione. Programma completo e sinossi dei film. Nella pagina principale (www.altrocinema.it) informazioni sulla loro attività, e possibilità di iscriversi alla loro mailing list.

Collaborazione diretta nell'organizzazione:
www.dropout.tv Casa di produzione indipendente di documentari, direttamente coinvolta nell'organizzazione della rassegna. Sul sito www.centrostudicinematografici.it notizie sulla Scuola del Documentario.

Siti collegati ed ospiti:
www.aamod.it Archivio del Movimento Operaio e Democratico. Diversi lavori presentati provengono dall'Archivio

www.docume.org Associazione per la diffusione della Cultura del Documentario. Diversi lavori presentati sono stati a cura di Documè

www.kinoetica.org. Promozione e realizzazioni di lavori di comunicazione etica.

L'elenco completo di tutte le strutture e manifestazioni collegate al Festival si può trovare alla pagina: www.altrocinema.it/festival/ospiti.php


Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.