Sul grande schermo
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Farhenheit 9/11
Cronaca dei quattro anni della presidenza di George W. Bush
   
Dopo Bowling for Colombine e l'Oscar, prosegue l'opera di Michael Moore di "emancipazione" del documentario: far uscire questo "genere" dal formato ristretto dello schermo televisivo per affermarsi in sala.      
Regia di Michael Moore Usa, 2004 1h55
di di Gianluca Sferlazzo
     

Farhenheit 9/11 è un ottimo pamphlet. Ben più incisivo di Bowling for Colombine, il film riesce nel suo intento di DOCUMENTariO anti-Bush, investigando e inscenando (nel senso di "mettere in mostra") nel corso della prima parte i legami di malaffare di vario genere e livello della famiglia presidenziale. La seconda parte è invece centrata sulla guerra in Iraq che, in modo del tutto inverosimile considerata l'attualità, conclude il film in maniera forse non definitiva... Le immagini d'archivio semi clandestine, molte delle quali mai diffuse dai media, danno grande forza d'impatto e persuasione a questo documentario militante e impegnato, capace di prendere in ostaggio lo spettatore per portarlo all'azione.

La voce-off di Moore fa da contrappunto alla sua presenza fisica, notevolmente ridotta rispetto a Bowling for Columbine. Presenza che del resto è ormai il "trade mark", il marchio di fabbrica Moore.

Volenti o nolenti, è evidente che Farhenheit 9/11 prenda determinate posizioni politiche. Da un punto di vista formale il film è estremamente ben montato e inoltre Moore riesce a sottolineare quanto il cinema sia un medium audio-visivo e quanto a volte in un film il suono possa essere più importante dell'immagine. In questo senso, per raccontare il crollo delle Twin Towers, anziché far vedere le immagini di morte alle quali ormai si è fatta l'abitudine, se non l'assuefazione - Moore compie un gesto filmico audace perché proibito: uno schermo buio per un minuto e dieci secondi durante i quali lo spettatore può ascoltare il "suono" dell'11/9 (una variazione su tema di quanto Alejandro Gonzàles Inarritu aveva già sperimentato nel film collettivo 11'09''01).

L'udito è un senso meno fallace della vista. E ad occhi chiusi, è più facile produrre immagini in absentia, immaginare, sentire...

Poco meno di cinquanta anni dopo Le monde du Silence del mitico capitano Jacques-Yves Cousteau (Palma d'oro nel 1955), Cannes 2004 forse assegnerà il suo prestigioso primo premio ad un altro documentario...


Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.