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Zivot Je Cudo (La vita è un miracolo) - di Emir Kusturica    
Cannes 2004. Nel cinema contemporaneo, la capacità di creare dei veri propri “film-mondo” compete a pochi cineasti. Emir Kusturica è uno di questi.      
con Slavko Stimac, Natasa Solack Serbia, 2004
di Gianluca Sferlazzo
     

Al crocevia tra il sovraccarico universo felliniano ed il folklore pittorico di Chagall, Zivot Je Cudo (probabilmente tradotto in italiano come La vita è un miracolo) ne è l’ennesima prova. Basterebbe, infatti, la sola colonna sonora per confermare quanto detto e soprattutto, frastornare lo spettatore immerso in questo oceano di immagini, colori, suoni, vita...

Tuttavia, delle considerazioni di solo ordine estetico restituirebbero una visione parziale di Zivot Je Cudo. Infatti, nove anni dopo Underground, Kustirica ha sentito il bisogno di ritornare sul conflitto nell’ex-Jugoslavia. Zivot Je Cudo fa dunque parte di quei film che in questa edizione numero 57 di Cannes mettono in (retro)scena la guerra (da Fahrenheit 9/11di Michael Moore a Oh Uomo di Angela Ricchi Lucchi e Yervant Gianikian o Notre Musique di Jean-Luc Godard).

Il film trova la sua unità di spazio e tempo in un villaggio bosniaco a maggioranza serba nel 1992, anno i cui scoppiò la guerra. Nello stile Chagall/Fellini/Kusturica di cui sopra, il caos naturale ed il burlesco culturale del quotidiano mescolano le esperienze e la vita di uomini sognatori del progresso e della felicità alla Frank Capra ed i soliti animali domestici come gatti (bianchi e neri), oche ma soprattutto di un asino che gioca un ruolo decisivo all’interno del film.

La guerra che interviene a turbare (a sistemare?) questo disordine non è altro che l’intrusione dell’assurdo nell’armonia di un mondo in cui l’unica soluzione rimasta per preservare l’innocenza è l’esilio.

Lontano dal designare un aggressore e un aggredito, Kusturica cerca di sostituire ad una logica manichea e stereotipata la relatività del punto di vista e l’accettazione della complessità delle cose umane. Tuttavia, l’ottimismo un po’ forzato del film non risulta abbastanza convincente nel superamento di una “impasse” etico-estetica che sembra aver dimenticato Mostar, Srebrenica, Sarajevo…


Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.