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Mostra Concorso del Bergamo Film Meeting 2004    
Il premio "Rosa Camuna", che ogni anno si tiene al Bergamo Film Meeting, ha messo in luce lavori di ottimo valore artistico, e comunque evidenziato un forte impegno di tutti per produrre opere di qualità. Giudizi talvolta contrastanti del pubblico.      
Bergamo
di Sergio Ragaini
     

Il premio "Rosa Camuna" rappresenta una parte sicuramente interessante del Bergamo Film Meeting. Infatti, in questa sezione, si sfidano film di registi esordienti, che spesso sono alle loro prime opere. La giuria è costituita dal pubblico, che riceve una scheda con voti da 1 a 5 (come nelle critiche cosiddette "ufficiali"), con la quale esprime il suo gradimento o meno per i lavori che passano sullo schermo.

I premi assegnati sono tre: la "Rosa Camuna d'oro", quella d'argento e quella di bronzo.

Quest'anno la rassegna ha mostrato film dai contenuti interessanti, e sostanzialmente, alcuni, anche innovativi. Da lavori più narrativi, ad altri puramente descrittivi, tutti hanno saputo, almeno a grandi linee, dare qualcosa al pubblico. Anche le tematiche sono state le più disparate: dalla guerra a problemi più direttamente personali, a situazioni emotive.

Molto bello è stato Massa'ot James Be'eretz Hakodesh (Il viaggio di James a Gerusalemme), di Ra'anan Alexandrowikcz (Israele, 2002). Un giovane si reca, da un villaggio dell'Africa, in Israele per un presunto viaggio a Gerusalemme. Una sorta di pellegrinaggio simbolico, a nome di tutto il suo villaggio. Fermato dalla Polizia, viene poi liberato ed avviato ad una sorta di lavoro da una persona con pochi scrupoli.

Un tema trattato, quello dei lavoratori a cui vengono tolti tutti i diritti (passaporto compreso). Ma il modo con cui il Regista tratta il tema è completamente diverso, ne dà un'ottica che ribalta completamente quello che potrebbe apparire convenzionale. Un qualcosa dai toni accesi, graffianti, ma che mostra uno spaccato sociale di grande intensità, in modo diretto ma nello stesso tempo con una forte vena di lirismo, e una sottile ironia che stempera i toni più intensi, senza eludere la riflessione. Rosa Camuna d'oro, a mio parere del tutto meritata.

In La spettatrice, di Paolo Franchi (Italia ; 2003), si racconta invece la storia di una ragazza, Valeria, la quale, invaghita di Massimo, che però non conosce direttamente, lo segue da Torino a Roma, dove questo si è trasferito. Rapporti particolari, lavoro sulle persone, ma a mio parere fatto in un modo un po' scontato. Di certo c'è il merito di aver mostrato che, quando una persona è a un passo dalla felicità, la teme. Ma il tutto sembra una sorta di "deja vu", anche dal punto di vista del linguaggio registico. Di certo il lavoro appare corretto formalmente, e raccontato in modo preciso. Ma non mi ha dato sensazioni del tutto positive. Anche i giudizi in sala sono stati contrastanti. Certamente l'assegnazione della Rosa Camuna d'argento ha dimostrato che, in fondo, queste storie, anche già raccontate, piacciono al pubblico. Anche ai più cinefili.

Mein Erstes Wunde (il mio primo miracolo), di Anne Wild (Germania; 2002) è invece un sorprendente racconto dai toni cristallini. Una storia d'amore, molto platonico, tra un uomo di circa 40 anni ed una ragazzina di 11 anni. Un qualcosa, come dicevo prima, di etereo, dove naturalmente gli aspetti erotici sono inesistenti. Per una comunicazione profonda ed intensa, per uno scambio umano davvero molto bello.
Il Mare del Nord, un mare freddo, si riempie di calore umano, di riflessi magici e meravigliosi, in questa storia davvero notevole e particolare, anche nel linguaggio filmico utilizzato. Meritata davvero l'assegnazione della Rosa Camuna di bronzo.

La questione serba, una polveriera purtroppo ancora attiva, è l'argomento dell'interessante Kordon, di Goran Markovic (Serbia e Montenegro ; 2002). 1997, il popolo serbo si rivolta contro Milosevic. La repressione avviene nel sangue. Il regista fornisce, con le immagini, un reportage crudo e diretto, a tratti davvero violento e molto duro. Ma ha anche il pregio di lavorare sulle persone, sulla loro umanità profonda, sui loro drammi e su come questa guerriglia divida le famiglie, metta gli uni contro gli altri, crei odio e divisione in ogni senso. Un lavoro che non ha incontrato un favore globale, ma che a mio parere ha fornito un interessante documento storico ed umano.

Rapporti umani sullo sfondo di Lesni chodci (I viandanti della foresta), di Ivan Voìnar (Repubblica Ceca ; 2003). Un paesaggio quasi suburbano per raccontare due coppie di persone, che sognano una vita diversa, per loro e le loro famiglie. Una voce fuori campo che racconta (che si scopre essere, poi, la figlia di una delle due coppie). Un racconto che scorre attraverso gli anni, mediante ellissi anche molto pronunciate e non sempre comprensibili. Un film di certo particolare, ma forse un po' evanescente e non del tutto comprensibile, e probabilmente non molto premiato nei giudizi.

Di certo molto particolare è stato No pasaràn, album souvenir, di Henry Francois Imbert (Francia ; 2003). Una persona che vive in un villaggio francese al confine con la Spagna ricerca, attraverso cartoline, quanto è successo in quelle zone durante i primi anni periodi di avvento del franchismo, quando i Falangisti conquistarono il potere. Una ricerca minuziosa di cartoline del passato, il racconto della loro ricerca, il confronto tra ciò che era e ciò che è. Un lavoro di certo insolito, dove poco è il "Cinema" come almeno lo immaginiamo e molte le fotografie di cartoline, con la voce fuori campo del regista che racconta. Di certo interessante, ma non è apparso cogliere il favore del pubblico, probabilmente più abituato ad un modo di raccontare meno "statico". Comunque, a mio parere, un lavoro interessante.

Un tono quasi fiabesco, ricco di simboli, in un qualcosa di sospeso in una dimensione quasi extra temporale è stato l'argomento di Kostroma, di Valeri Surikov (Russia ; 2002). Una ragazza si taglia la sua lunga treccia di capelli rossi, e poi intraprende una sorta di lunga passeggiata per la campagna. Incontri e situazioni molto simbolizzate, come dicevo prima sospese tra realtà e sua trasfigurazione. Un tono generale molto elegiaco, dove i personaggi divengono quasi oggetti di proiezioni mentali o, se si può azzardare, figure tra il mito e le leggende tradizionali. Un lavoro particolare, ma ai più è apparso eccessivo il simbolismo utilizzato. Comunque, il merito di aver voluto raccontare qualcosa di nuovo, attraverso immagini interessanti e particolari.

La rassegna ha, sicuramente, messo in luce interessanti lavori, e tematiche di un certo spessore, forse il risultato del concorso mostra come il pubblico ami un modo di narrare più "classico", e probabilmente di non apprezzare più di tanto linguaggi e stili troppo arditi. L'interesse con cui è stata seguita la mostra concorso dimostra comunque come al pubblico piaccia sentirsi protagonista in prima persona.


Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.