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Alberto Savinio    
In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Alberto Savinio si presenta la prima grande esposizione dell'artista surreale riproposto nella sua complessità di pittore, scenografo, illustratore, scrittore e musicista.      
di Sonia Tarantola   (10/12/2002)  

  Pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico, Alberto Savinio nasce ad Atene nel 1891, tre anni dopo il fratello Giorgio. Nel 1903 si diploma presso il conservatorio ateniese e nel 1907 è a Milano dove inizia a comporre l'opera più importante per la sua formazione "Poema Fantastico". Qui, insieme al fratello Giorgio, approfondisce lo studio delle lingue classiche, di letteratura e di filosofia cominciando a dedicarsi al disegno e alla pittura. Disilluso per l'insuccesso delle sue composizioni musicali, si trasferisce a Parigi dove lavora intensamente in campo musicale collaborando come critico per alcuni giornali.
 

Nel 1915 si arruola nell'esercito italiano ed è inviato con il fratello presso un reggimento di stanza a Ferrara. In questo periodo poi stringe amicizia con artisti ed intellettuali di primo piano italiano e, al termine del conflitto, pubblica il suo primo libro "Hermaphrodito". Si intensificano le collaborazioni con le principali riviste culturali italiane mentre tra il 1923 e il 1926, si dedica sempre più al teatro ricominciando a dipingere da professionista a Parigi. Il gruppo dei surrealisti è quello che sente più consono al suo modo di sentire: frequenta e stringe amicizia con alcuni di loro. E' del 1927 la sua prima personale a Parigi, mostra che viene accolta con favore dalla critica.
   

  Esposizioni collettive e personali caratterizzano il periodo fino ad arrivare al 1930, in particolare al 1933 quando Savinio rientra in Italia e si trova a fronteggiare la critica divisa tra estimatori e denigratori che si scagliano sulle sue opere considerate irrazionali e assurde perché ritenute assolutamente inattuali rispetto ai canoni correnti. Travestimenti della natura e dell'uomo, visioni spettacolari e i miti sono parte del suo immaginario artistico così ricco di rimandi alla storia antica. La sua produzione artistica prosegue anche negli anni Quaranta. Collabora poi con il "Corriere della Sera" e con il Teatro alla Scala di Milano per la creazione di scene e costumi di alcune opere di Stravinkij. Muore a Roma il 5 maggio 1952 colpito da infarto.
 

Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
Ci resta il nome
Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
MARIO MERZ
Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).