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Verga, ma che fotografo! |
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Gli avversari, per sminuirli, li accusavano di fare nelle loro opere solo una piatta fotografia del reale... ma poi si va a scoprire che gli scrittori del verismo erano interessatissimi alla nuova arte e fotografi in proprio.
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di Giulio Carnazzi |
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(08/09/2004) |
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Con i risultati che si possono constatare visitando la mostra dedicata a Giovanni Verga fotografo che si tiene, fino al 23 settembre, nelle sale dell'Arengario a Milano.
Le foto presentate non sono quelle originali, che sono andate perdute, ma stampe recenti ricavate dalle lastre che per fortuna rimangono conservate nell'archivio della Fondazione 3M. E bastano e avanzano per documentare l'impegno con cui lo scrittore si dedicò a coltivare questo suo interesse. Con oltre 100 immagini è ricostruito il percorso di uno per il quale la fotografia non era un hobby. |
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Verga, grazie ai suggerimenti dell'amico Luigi Capuana, inizia i suoi scatti nel 1878. Come documenta il curatore Roberto Mutti, aveva cominciato con una grossa macchina a cassetta dello zio paterno, ma poi si aggiorna e cerca apparecchi più maneggevoli. A Milano nel 1891 acquista una Kodak a lastre, e diventa più bravo nel taglio delle immagini, sempre meno convenzionale nell'impostazione del ritratto.
I soggetti? gli amici e gli immancabili parenti (memorabili le immagini del clan dei Verga a Catania o quella di Ledda Verga del 1897, trionfante donnone che ricorda la baronessa Rubiera), ma anche i luoghi di villeggiatura sui laghi lombardi. Poi i borghi della Sicilia, certo i pezzi più suggestivi. Gli sgarrupati paesaggi rimandano alle ambientazioni predilette del Verga scrittore: dentro le stradacce di Vizzini (1892) vedi muoversi contadini e borghesi del Mastro-don Gesualdo. Se il fotografo non fosse l'autore dei Malavoglia , le immagini avrebbero lo stesso fascino? Non mancano ritratti in posa o vedute da cartolina illustrata, soprattutto quelle dei paesi lacustri di Lombardia, però alta è la qualità dei riquadri della Sicilia descritta dal Verga narratore. |
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Due capolavori: la veduta del tempio di Segesta (1892) e la bambina alla finestra del rione di Novalucello (1911), giustamente scelta per il manifesto ( ma perché il poster non è in vendita? lo avrei comprato volentieri). La mostra è consigliabile per gli studenti? Certo, anche perché le foto sono accompagnate, una volta tanto, da esaurienti didascalie. Solo sarebbe stato utile proporre anche un'edizione ridotta del catalogo, o una miniguida da dare gratis o da vendere a prezzo contenuto.
Giovanni Verga, scrittore fotografo
Arengario. Piazza Duomo, Milano
orari: da martedì a domenica, ore 9.30-17.30
costo del biglietto: intero 5 euro, scolaresche 3 euro
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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