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Andrè Derain. La forma classica |
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Un omaggio al maestro francese Andrè Derain, uno dei grandi innovatori della pittura e della scultura della prima metà del Novecento.
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di Sonia Tarantola |
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(27/05/2004) |
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L'esposizione intende mettere in evidenza la produzione di Andrè Derain (Chatou 1880-1954 Gerches) tra gli anni Venti e Quaranta, contraddistinta da un ritorno alla tradizione classica e manierista, in contrasto con lo spirito avanguardistico dell'epoca.
Esponente del gruppo Fauves, con Picasso e Braque, Derain è considerato uno dei protagonisti della prima fase primitivista del Cubismo. Dopo questo esordio, l'artista francese già a partire dalla fine della prima guerra mondiale, con anticipo sulla crisi delle avanguardie, mostra un cambiamento e volge la propria indagine al passato, in particolare all'arte classica italiana, influenzando fortemente la ricerca e la produzione degli anni Venti di alcuni autori italiani coevi. All'interno della mostra, difatti, un'ampia sezione è dedicata ai rapporti di Derain e l'Italia, con opere di Cagnaccio di San Pietro, Carrà, de Chirico, De Grada, Funi, Marussig, Severini. Settanta le opere di Andrè Derain tra dipinti, sculture e disegni. |
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In occasione della mostra la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano apre al pubblico la propria raccolta d'arte e oltre alle opere esposte saranno presentate le ultime donazioni. Tra queste significativi i dipinti di Breveglieri, Dangelo, Forgiali, Rosai, Turcato che ben si inseriscono nel contesto della raccolta accanto il lavoro di giovani artisti, in particolare milanesi. L'opera più rappresentativa sia per la capacità di evocare un particolare momento dell'arte italiana intorno agli anni Settanta, che per la rilevanza dei suoi autori Alik Cavaliere ed Emilio Scanavino, è senza dubbio la grande installazione policromatica e polimaterica Omaggio all'America Latina del 1971.
Museo della Permanente, via Turati 34
Orari: da martedì a domenica 10-18.30, lunedì chiuso
info: tel. 02 6599803-6551445
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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