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Edward Curtis. L'eredità degli indiani d'America |
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Per la prima volta in Italia 150 immagini del fotografo statunitense Edward Sheriff Curtis (1869-1952) sulla storia degli indiani d'America. Una ricerca che documenta l'emarginazione in cui vivevano insieme alla loro gloriosa tradizione.
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di Sonia Tarantola |
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(19/04/2004) |
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150 fotografie originali provenienti dalla più importante collezione privata americana, del fotografo che documentò tra la fine dell'800 e i primissimi del '900 i volti di capi-tribù e di semplici uomini e donne, la vita quotidiana, gli ultimi villaggi degli Indiani d'America, quello che restava di un popolo e di una civiltà che stanno per scomparire. In trent'anni di spedizioni presso le tribù del nord degli Stati Uniti, Curtis raccoglie 40.000 fotografie e registra con un proto registratore a cilindri di cera 10.000 canti, oltre al complesso della tradizione orale, in 1.000 lingue diverse. Il suo lavoro ebbe come frutto la pubblicazione della enciclopedia in venti volumi intitolata The North American Indian e la costituzione di uno straordinario archivio fotografico di oltre 40 mila negativi. L'occhio attento di Edward Curtis (denominato "shadow catcher", cacciatore di ombre) ha immortalato fra gli altri Nuvola Rossa, Chief Joseph, Medicine Crow.
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Nato nel 1868 a Whitewater, Wisconsin, Curtis si costruisce, adolescente, la propria macchina fotografica e impara da solo a sviluppare le pellicole e a stampare le fotografie. A diciassette anni già lavora come apprendista in uno studio fotografico; la conoscenza, nel 1898, di un gruppo di etnografi che operano sulle tracce degli ultimi Indiani cambia la sua vita: comincia, nel Montana, a fotografare gli Indiani, con un metodo "moderno" che prevede una approfondita ricerca preliminare prima di intervenire sul campo, fotografando e raccogliendo informazioni sistematiche sulla lingua, sull'organizzazione politica e sociale, sui costumi religiosi, sulle abitazioni e sui vestiti, sulle abitudini alimentari, sui giochi, sulla musica e sulle danze, sulle usanze relative alla nascita, al matrimonio e alla morte delle singole tribù indiane. Il contributo di Curtis nei campi della mitologia e della spiritualità degli Indiani si rivelerà determinante. Presto conosciuto come "colui che acchiappa le ombre", Curtis dedicò trent'anni della sua vita a questa impresa, spingendosi fino al limite estremo delle proprie forze fisiche e psicologiche, nonostante le ricorrenti difficoltà economiche. È successivamente a Hollywood, ma le sue antiche passioni non sono spente: nel 1950, a più di ottant'anni, intende unirsi a una grande spedizione di cercatori d'oro in Brasile, nell'Amazzonia e sulle Ande. Difficoltà economiche determinano il naufragio del progetto e Curtis, amareggiato, muore nel 1952 di un attacco di cuore.
"È un sogno talmente grande che non riesco a vederlo tutto", confidò una volta Curtis. Queste sue fotografie ci dicono che lui non si limitò a sognare, ma ebbe il coraggio, la forza, la determinazione di farlo diventare realtà.
Palazzo Magnani in Corso Garibaldi, 29 - Reggio Emilia
Orari: 9.30 - 13.00; 15.00 - 19.00. Lunedì chiuso
info e prenotazioni: tel. 0522.454437; fax 0522.444436
e-mail: [email protected]; web: www.palazzomagnani.it
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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