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Montagna arte scienza mito |
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Un evento espositivo di ampio respiro, per affrontare in modo originale ed inedito il tema affascinante della montagna: icona nei secoli di valori, sentimenti, stati dell'animo e aspirazioni umane. |
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di Sonia Tarantola |
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(19/12/2003) |
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Una lettura inedita ed originale che il Mart intende proporre in quest'occasione intreccerà due diversi ambiti di approccio, spesso considerati incapaci di dialogo - il mondo dell'arte e quello della scienza - offrendo sensazioni e suggerendo chiavi di lettura molteplici.
I due percorsi paralleli, quelli della scienza e dell'arte, che attraverseranno sei secoli di storia, con attenzioni e focalizzazioni differenti per ciascuno. Oltre quattrocentocinquanta oggetti, tra dipinti, sculture, libri antichi, carte geografiche, strumenti scientifici, minerali, modelli d'epoca, stampe, dipinti e disegni, fino agli apparati fotografici e alle strumentazioni della ricerca attuale, saranno dunque esposti in occasione di questa importante mostra, a cui ha lavorato un comitato scientifico di levatura internazionale.
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Il percorso dell'arte
Attraverso le opere di pittori e scultori, dal Rinascimento all'età contemporanea si racconta l'immagine della montagna, individuando i momenti salienti in cui il paesaggio montano ha raggiunto i suoi apici espressivi. Intenzionalmente quindi il percorso non segue un tracciato continuo, ma privilegia il Rinascimento, poi l'età del Sublime e del Romanticismo, gli anni fra Otto e Novecento, infine il Contemporaneo: da Albrecht Dürer a Caspar David Friedrich, da Ferdinand Hodler a Vasilj Kandinsky, da Paul Cézanne a Andy Warhol, grazie agli straordinari prestiti provenienti dalle collezioni private e gallerie e da prestigiosi musei internazionali si è scelto di privilegiare l'approccio e la resa visionaria e simbolica nei confronti della montagna. |
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La sala di apertura, con i capolavori del Quattro e Cinquecento illustra il tempo in cui l'immagine della montagna si fondava sulla sua rappresentazione allusiva e simbolica: la montagna dunque come caverna, come torre, come architettura geologica, luogo del mistero e della metafora, vista attraverso le opere di grandi maestri come Albrecht Dürer, Erhard Altdorfer, Joachim Patinir, Josse de Momper II, Paul Bril, Piero di Cosimo e il Giambologna.
La seconda tappa del percorso ci porta in pieno Settecento, nell'ambito della poetica del Sublime, quando il soggetto fa esperienza della natura come di una potenza che lo sovrasta, che il pensiero stesso non sa dominare: bellezza e Terrore, contemplazione e smarrimento sono i sentimenti espressi davanti alla sacralità delle vette alpine che sfociano nella pittura romantica europea di Caspar Wolf, Caspar David Friedrich, J. M. William Turner, Wright of Derby, John Martin, Arnold Böcklin, nell'epica americana di Albert Bierstadt e Frederic Edwin Church, che celebrano la natura selvaggia e sterminata del nuovo continente, ma anche in autori del nord Europa, come Johann Dahl, Thomas Fearnley, Peder Balke.
La mostra introduce poi i grandi simbolisti di fine Ottocento (Leonardo Bistolfi, Giovanni Segantini, Ferdinand Hodler, Félix Vallotton, Gustave Moreau) che della montagna proposero una visione onirica e memorabile mentre Paul Cézanne introduceva alle avanguardie storiche del primo Novecento, da Edvard Munch a Wassilj Kandinsky fino ai capolavori di Alexei von Jawlensky e Ernst Ludwig Kirchner.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'arte si fa critica radicale dell'esistente, giungendo ad estremizzare le posizioni avanguardiste di inizio secolo, prime fra tutte quelle dei dadaisti, Kurt Schwitters in testa. Ecco allora l'art brut di Jean Dubuffet, oppure le icone pop di Andy Warhol o, per l'Italia, di Mario Schifano. Grafici, fotografie, disegni, materiali quali pietre e legni, documentano il passaggio dell'artista dentro la natura, e anche il tema iconico diventa oggetto di analisi linguistica nell'ambito delle tendenze di ascendenza concettuale: Salvatore Scarpitta, Mario Merz e Amish Fulton, Gerhard Richter o Ed Ruscha, i cui lavori, come quelli di Julian Opie e di Hamish Fulton, sono stati realizzati appositamente per questa esposizione.
Dopo il neo-espressionismo di Enzo Cucchi o di Georg Baselitz, si passa allo sperimentalismo degli anni Novanta caratterizzato dal senso di allarme per la condizione ecologica. Ecco allora le opere di Anish Kapoor, Andreas Gursky, Walter Niedermayr, fino alle esperienze più recenti di Elisa Sighicelli, Olafur Eliasson, e alla giovane artista Lussemburghese Su-Mei Tse.
Il percorso della scienza
Accanto a questi momenti tematici, la sezione scientifica della mostra ne propone altrettanti che documentano come la percezione del paesaggio alpino non sia mai stata ingenua o semplicemente empirica, ma sempre orientata da modelli e da simboli che hanno condizionato in modo essenziale anche l'approccio scientifico allo spazio montano.
MartRovereto
Corso Bettini, 43 -
38068 Rovereto (Trento)
Infoline 800 - 397760
0464 438887
www.mart.trento.it
Orari:
martedì - mercoledì - giovedì dalle 10:00 alle 18:00
venerdì - sabato - domenica dalle 10:00 alle 21:00
Chiuso il lunedì
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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