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Gianfilippo Usellini (1903-1971)    
Centenario della nascita del pittore milanese capace di creare atmosfere ai limiti della realtà. Oltre settanta opere ne documentano il percorso creativo, la passione per il teatro e l'arte antica.      
di Sonia Tarantola   (16/10/2003)  

Fin da piccolo Gianfilippo Usellini rivela una particolare predilezione per il disegno, un'innata attitudine, la stessa che lo animava quando giocava con le sue marionette: si divertiva ad allestire spettacoli per amici ideando il copione e dipingendo le scene. Il luogo prediletto da Usellini, la fonte di ispirazione era la casa di Arona del padre, una vecchia casa del Settecento, dove trascorreva le vacanze con la famiglia. Un luogo magico fatto di colonne, nicchie, armonie geometriche..una fonte inesauribile di suggestioni per un osservatore attento ed intuivo come il giovane Usellini.
Frequenta il liceo artistico di Brera e poi l'Accademia fino al 1926. Intanto apre uno studio e inizia a partecipare alle mostre al Palazzo della Permanente di Milano e alla Biennale di Venezia. Nel 1931 ottiene la cattedra di decorazione applicata alla Scuola d'Arte del Castello Sforzesco. Oltre all'insegnamento al Castello Sforzesco, tiene (fino al 1937) lezioni di disegno alla Società Umanitaria di Milano. Più che dalle vendite dei suoi quadri è dall'attività didattica che trae sostentamento, come avverrà per tutta la sua vita.
È eletto tra i componenti del Direttorio del Sindacato Fascista di Belle Arti. Il dibattito sulla pittura murale lo interessa particolarmente, non firma manifesti ma si dedica alla grande decorazione: realizza per la Triennale del 1933 l'affresco "Le quattro età", esegue sei encausti sul tema del lavoro per il Palazzo del Governo di Sondrio, è presente alla XIX Biennale di Venezia con un'intera parete e poi ancora dal 1937 in poi si dedica attivamente alla pittura murale, eseguendo nel corso dell'anno gli encausti di Broni e i mosaici della cappella della Madonna nel santuario di Sant' Antonio a Milano. Realizza anche le pale d'altare della chiesa di San Gaetano a Brescia, la grande Madonna dei Bachi a Bernareggio (Milano) e partecipa alle mostre del Sindacato fascista, al Palazzo della Permanente. Per il Palazzo di Giustizia di Piacentini, a Milano, realizza un grande affresco (La giustizia). Per la chiesa dell'Annunciata, nel nuovo Ospedale Maggiore (ora Niguarda) realizza una vetrata; per la cappella del Sacro Cuore nella chiesa dell'Incoronata, sempre a Milano, esegue due vetrate. Partecipa alla III Quadriennale d'arte nazionale a Roma. Espone al Premio Bergamo. Durante e nel 1939 partecipa anche, a New York, alla mostra d'arte contemporanea italiana nell'ambito dell'Esposizione universale. Nel 1940 partecipa alla XXII Biennale di Venezia con un'intera sala.

   

  Dimensione classica. Evocazione dell'arte antica, il Quattrocento, da Paolo Uccello Piero della Francesca, la classicità di Usellini si nota anche e soprattutto nel recupero di una spazialità calcolata secondo gli insegnamenti di Leon Battista Alberti: organizzazione dello spazio all'interno del quadro come il luogo di un'azione, una dimensione che rispecchia la concezione del teatro così cara a Usellini. La narrazione di un fatto quotidiano veniva animato da significati ben più profondi, quelli che il pittore riusciva a cogliere dietro alla realtà. Lo dichiava egli stesso in un'intervista: "I miei quadri sono come un'apertura su un paesaggio interiore, spirituale e il mio desiderio è che tali siano anche per chi li guarda". Una vita vissuta per l'arte e un'arte che nasce dalla vita: "La mia vita è tutta nella mia pittura" affermava Usellini, e chi sa penetrare nei suoi dipinti ritrova i momenti essenziali dell'esistenza.

Rotonda di via Besana
Ogni giorno escluso il lunedì. Orari: 9.30-18.00
Info: tel. 02.88450292/3

 

Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
Ci resta il nome
Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
MARIO MERZ
Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).