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SEBA PAVIA
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Un ampio reportage sull'Italia del giovane artista siciliano che osserva con ironia e con sguardo disincantato le abitudini degli italiani raccontando attraverso la fotografia gli aspetti paradossali di un paese pieno di contraddizioni |
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di Sonia Tarantola |
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(05/09/2003) |
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Realizzato come work in progress a partire dall'anno 1999, il lavoro si caratterizza come fotografia dell'immediatezza, scanzonata e divertente, ispirata dalla curiosità verso la gente e dalla capacità di farsi stupire.
Nato il 7 agosto del 1972 alle pendici dell'Etna, Seba Pavia è figlio di un ricco commerciante di tessuti che seguiva la moda e l'arte. Riceve una prima educazione classica in famiglia e poi una, più pratica, nelle strade vicino casa. Dopo dieci anni di scuola privata al Liceo artistico, il giovane Seba scopre quasi per caso la fotografia grazie a un compagno di scuola che lo porta con sè a fare foto di matrimonio. Frequenta poi il corso di Scenografia all'Accademia di Belle arti dove incontra Carmelo Nicosia, insegnante di fotografia artistica e sperimentazione.
A diciannove anni, lascia Catania per Milano nella prospettiva d'iscriversi ad un corso per imparare a suonare la batteria, una passione che lascierà il posto alla fotografia impegnandolo per quattro anni all'Istituto Europeo del Design. |
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Nel '93 la prima esposizione personale. Vince una borsa di studio a Fabbrica, il centro di Benetton per la ricerca e lo sviluppo della comunicazione ma poi torna a Milano dove riprende i rapporti con Grazia Neri e con le agenzie di modelle. Durante questi anni frequenta come documentatore l'atelier di Enrico Lui: un laboratorio di ricerca sul corpo molto espressivo e libero. Le riviste hanno fiducia nel suo lavoro, e durante la new-economy collabora molto con quasi tutte le riviste italiane, specialmente per Amica. Per lui questo è un periodo molto fecondo: campagne pubblicitarie per Samsonite e Cappellini nel '97 e successivamente per Mandarina Duck. Importante e stimolante si rivela l'amicizia con Maria Calderara e Daniela Lepori con cui lavora tuttora. Adesso Seba Pavia si trova a fare una mostra che di fatto è un reportage sull'Italia a partire dal '99. Emblematiche sono le sue parole:
"Un paese allungato, attraversato dalla storia del mondo, finché non ne verrà cancellata del tutto la memoria ... la cosa è già in corso. Ho premuto il pulsante di scatto senza un progetto preciso. Sono andato in giro per vari motivi e interessi imbattendomi nelle cose più svariate. Della fotografia m'interessa l'aspetto documentativo, grammaticale, come l'uso del parallasse, e accidentale come nelle foto comuni delle vacanze".
Galleria Grazia Neri, Via Marocelli, 14, Milano. Orari: da lunedì al venerdì 9-13, 14.30-18; sabato 10-12.30, 15-17; chiuso la domenica. Ingresso libero
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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