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Camille Claudel. Anatomie della vita interiore |
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Le straordinarie opere dell'artista francese eseguite lungo l'intero arco della sua attività. 50 sono le sculture in mostra che, insieme alle 14 di Auguste Rodin documentano il rapporto tormentato e l'affinità di linguaggio dei due artisti.
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di Sonia Tarantola |
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(19/06/2003) |
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Camille Claudel nasce l'8 dicembre 1864 a Fère-en-Tardenois (Aisne).
A sedici anni realizza la prima opera e si trasferisce a Parigi. Essendo le donne escluse dall'École des Beaux-Arts, Camille segue i corsi dell'Académie Colarossi, e affitta un atelier con tre amiche inglesi, sarà Auguste Rodin il "tutore" del gruppo di scultrici. Rodin riconosce subito lo straordinario talento di Camille, che ha ventiquattro anni meno di lui. Nel 1884 Camille entra nell'atelier di Rodin, con le mansioni di modella e di sbozzatrice; Rodin realizza il primo dei molti ritratti di Camille a testimoniare la sua inesauribile passione per lei. La comunanza di motivi e di linguaggio di Auguste e Camille è evidente, lavorano insieme in un continuo scambio di esperienze. Diventa ora arduo distinguere il ruolo di ciascuno dei due nella realizzazione di determinate opere, per le quali si potrebbe forse arrivare a parlare di "sculture a quattro mani."
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Nell'inverno 1890-91 Camille aveva incontrato Claude Debussy, che subito prova una forte attrazione per lei. Camille, tuttavia, è legata a Rodin, e scoprirà di esserne incinta.
Le sue opere, e, in misura meno ossessiva e intensa, alcune di quelle di Auguste, diventano nel tempo lo specchio dell'evolversi del loro rapporto, ormai avviato alla rottura, dopo il probabile aborto di Camille e la consapevolezza che Rodin non avrebbe mai abbandonato Rose Beuret, sua compagna da più di trent'anni. I legami artistici e sentimentali tra Camille e Auguste si sono allentati, ma non ancora definitivamente interrotti, tanto che lui l'aiuta in varie occasioni. Ma la rottura è inevitabile. Camille e Auguste si rivedono all'inaugurazione di una mostra, tornano, di quando in quando, a scriversi, ma non entreranno più l'uno nello studio dell'altra e viceversa. Nel 1898 Camille rompe definitivamente i rapporti con Rodin, e affitta uno studio-abitazione e realizza alcune sculture assai importanti, ma le difficoltà finanziarie incombono e segneranno drammaticamente la sua vita fino all'internamento in manicomio.
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Nel 1906, cominciano a manifestarsi i primi segni della malattia di Camille, che arriverà a distruggere parte delle sue opere, soprattutto gessi. Ormai costretta a vivere in ristrettezze economiche, va sempre più isolandosi e compie vere e proprie stravaganze. Nel 1911 lo stato di salute di Camille si aggrava ulteriormente. Nel 1912 vive in un isolamento quasi totale, in condizioni di indigenza, nel disordine e nell'abbandono. Camille, a quarantotto anni, viene internata all'ospedale psichiatrico di Ville-Évrard. Nel 1914 Auguste Rodin consegna una piccola somma di denaro a Mathias Morhardt per alleviare la sorte di Camille, che viene trasferita prima a Enghien e poi, allo scoppio della prima guerra mondiale, a Montdevergues (Vaucluse), vicino ad Avignone. Negli anni successivi, Auguste farà pervenire altre somme di denaro a Camille. Nei primi anni dell'internamento, la madre fa vietare ogni visita alla figlia. Camille sembra dimenticata da tutti: la madre e la sorella non le renderanno mai visita. Le sue condizioni sono alterne, passa da fasi in cui è preda, secondo i rapporti medici, di manie di persecuzione, a momenti di maggiore serenità - nel 1923 gli stessi medici propongono un tentativo di riavvicinamento alla famiglia. Camille, come testimonia una sua lettera, rifiuta, sentendosi reclusa, le sollecitazioni che le vengono rivolte di riprendere la scultura. Nel 1942 le condizioni fisiche e intellettuali di Camille registrano un progressivo indebolimento.
Nel settembre del 1943 muore.
Info: tel. 0522.454437/444406;
e-mail: [email protected]; web: www.palazzomagnani.it.
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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