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Il "Novecento" milanese. Da Sironi ad Arturo Martini |
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Oltre novanta opere per ricostruire la vicenda del nucleo milanese del Novecento italiano, il movimento artistico più importante dell'Italia degli Anni Venti. Mario Sironi e Arturo Martini sono i due centri ideali della rassegna. |
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di Sonia Tarantola |
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(20/02/2003) |
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Il Novecento è stato un movimento artistico creato negli anni Venti su iniziativa di Margherita Sarfatti. Nata a Venezia l'8 aprile 1880 da una ricca famiglia ebrea, Margherita Grassini (questo era il suo nome da nubile) si appassiona sin da subito alla storia dell'arte e all'età di 18 anni sposa l'avvocato ebreo Cesare Sarfatti.
Dal 1898, anno del matrimonio, al 1902, si trasferisce a Milano, si delineano già chiaramente i due grandi interessi della Sarfatti: l'arte e la politica. Scrive infatti sulla stampa socialista locale articoli sul femminismo e sugli artisti moderni che espongono alla Biennale.
Nasce il gruppo "Novecento". E' composto inizialmente dai pittori Leonardo Dudreville, Achille Funi, Gianluigi Malerba, Piero Marussig, Ubaldo Oppi, Anselmo Bucci e Mario Sironi.
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I motivi per cui viene scelta questa denominazione del gruppo sono stati spiegati dalla stessa Sarfatti nel suo libro Storia della pittura moderna, alle pagg. 123-126.
"Ora accadde che un gruppo di artisti amici discutesse un giorno, in Milano, dell'arte italiana e delle sue tradizioni.
Fra questi artisti, uno - Anselmo Bucci - che per essere più vissuto all'estero più aveva dei fatti di casa nostra una visione larga e panoramica, si attardò a spiegare lungamente il carattere inconfondibile (come oggi si dice) dell'arte plastica italiana nei secoli: nel Quattrocento, nel Cinquecento, nel Seicento. Nomi intraducibili, come la fisionomia dei nostri più intimi e cari. Non sono cifre soltanto aritmetiche, non sono termini vaghi, che designino soltanto un'epoca composta di 100 anni, ma concretano una realtà tangibile nel tempo e nello spazio. Non vi è ascoltatore distratto, che all'udirle non evochi una visione storica sfolgorante e completa, per quanto riguarda la vita dello spirito e del pensiero, ancor più che le vicende politiche. E, nella vita spirituale, la evocazione contempla specialmente la vita dell'arte, e, in modo particolare, la creazione plastica.
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"Quattrocento" e "Cinquecento" designano periodi dell'egemonia italiana nel mondo del pensiero.
Disse allora qualcuno, a questo proposito, a Milano, nel 1920, in quel cerchio di amici: "Il nostro secolo sento che vedrà ancora il primato della pittura italiana. Sento che ancora si dirà nel mondo e nel tempo: Novecento italiano".
Per questo, più piacque ai giovani artisti di avanguardia, molti dei quali erano stati soldati e continuavano ad esserlo nel Fascismo militi di punta dell'Italia.
Così sorse in Milano il gruppo del Novecento italiano, con quel nome come parola d'ordine. Gli si rimproverò persino di aver voluto ipotecare tutto per sè un secolo nuovo, appena cominciato. In realtà, quegli artisti volevano soltanto proclamarsi italiani, tradizionalisti, moderni. Affermavano fieramente di voler fermare nel tempo qualche aspetto nuovo della tradizione."
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Nel 1920 la prima idea, nel 1922 la vera e propria fondazione del gruppo. Il 26 marzo 1923, il gruppo apre la sua prima esposizione alla galleria Pesaro. Mussolini visita la mostra, ma il suo discorso rivela una scarsa convinzione e un certo sconcerto per i soggetti poco "impegnati" delle opere esposte, ma la Sarfatti insiste e propaganda l'iniziativa come modello di "arte fascista". Questo slogan procura le prime defezioni da parte di alcuni artisti che non accettano di essere strumentalizzati.
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La grande mostra del '26 alla Permanente vede la partecipazione di tutti i maggiori artisti italiani. Dei primi sette restavano legati a Margherita solo Funi, Marussig e Sironi, ma tra i nuovi arrivati troviamo De Chirico, Campigli, Casorati, Guidi, Licini, Morandi, Severini. Alla mostra sono presenti anche i futuristi Balla, Depero, Prampolini e Russo
La terza Biennale di Monza del 1927 è dedicata a "Il Novecento e il Neoclassicismo nella decorazione e nell'arredamento". Questa mostra, che si teneva nella Villa Reale di Monza dal 1923, è fortemente sostenuta dalla Sarfatti che riesce in quest'anno a farne una vetrina per i suoi protetti che ormai vogliono influenzare ogni tipo di produzione artistica, dai vetri alle ceramiche, dalla fotografia ai merletti. La forza di questa iniziativa porterà nel 1931 alla costruzione a Milano del nuovo Palazzo dell'Arte destinato ad ospitare quella che ormai è diventata la Triennale, regno incontrastato dei novecentisti fino alla caduta del fascismo.
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Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
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Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
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Ci resta il nome
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Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
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RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
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La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
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MARIO MERZ
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Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).
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