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Parmigianino e il manierismo europeo    
In occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Francesco Mazzola, detto il Parmigianino, la città di Parma presenta una mostra e iniziative collaterali per approfondire l'attività di un grande artista del Cinquecento.      
di Sonia Tarantola   (12/02/2003)  

Nasce a Parma l'11 gennaio 1503. Francesco Mazzola vive, sin da piccolo, a contatto con modesti pittori di provincia suoi parenti, zii paterni per rivolgersi successivamente al Correggio con il quale compie la sua formazione. Il confronto con il maestro è diretto: affresca tre cappelle nella stessa chiesa, San Giovanni Evangelista, in cui il Correggio decorava, nel frattempo, la cupola.    

  Nel 1523 il Parmigianino è attivo alla rocca dei Sanvitale a Fontanellato dove si dedica ai celebri affreschi di Diana e Atteone, impresa che conduce ancora nel segno di Correggio, ma con una sua personale ricerca di eleganza e grazia formale.  

Dall'affresco alla ritrattistica, il Parmigianino si sposta a Roma al servizio di papa Clemente VII, a contatto con l'ambiente culturale formatosi alla corte vaticana che aveva un carattere di vero cenacolo artistico. Sebastiano del Piombo, Rosso Fiorentino, Polidoro da Caravaggio, Baldassarre Peruzzi, Pierin del Vaga le personalità che maggiormente influenzano la produzione che gli affida anche la decorazione di alcuni partamenti pontifici che non verranno mai realizzati. E da Roma, dopo il saccheggio del 1527, a Bologna dove il Parmigianino produce pale d'altare e quadri di destinazione privata di gusto pienamente manieristico legato all'interpretazione sensuale dei moduli stilistici rinascimentali.    

  Torna a Parma nel 1531 con l'incarico di affrescare la Chiesa della Steccata che non porterà a termine a causa degli interessi ben più forti che rivolgeva alla pratica dell'alchimia. La descrizione del conflitto del Parmigianino con gli addetti ai lavori della chiesa è forse una delle pagine più conosciute delle Vite del Vasari, il quale indicava fra le cause di questo episodio la passione del pittore per l'alchimia, che non solo lo avrebbe distolto dal dipingere, ma lo avrebbe ridotto addirittura alla miseria e quasi alla follia. Proprio questa passione lo assorbe negli ultimi anni della sua breve vita: imprigionato per debiti riesce a fuggire a Casalmaggiore e qui, mentre cerca di risolvere i suoi problemi con l'alchimia muore a soli 37 anni.  

Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
Ci resta il nome
Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
MARIO MERZ
Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).