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Andrej Tarkovskij, fotografie 1979-1984    
Il celebre regista russo, autore tra gli altri di un film indimenticabile come Solaris, presenta una selezione di 60 polaroid scattate tra l'ultimo periodo della sua residenza in Russia e i primi anni della sua permanenza definitiva in Italia.      
di Sonia Tarantola   (07/02/2003)  

Il cinema di Tarkovskij esprime un'intensità, un'inquietudine, e un'altezza lirica ineguagliabile che si ritrova nelle sue fotografie: un diario visivo che fissa figure, cose e luoghi familiari e quotidiani in una luce rivelatrice di un'esperienza affettiva e interiore.    

  Modelli di rigore stilistico e ricerca spirituale, i film di Tarkovskij hanno lasciato un segno incancellabile nella storia dell'arte cinematografica. Ricerca figurativa accurata, senso pittorico e architettonico delle inquadrature, analisi delle proprie angosce, crisi della famiglia, problemi della coscienza, della verità e della religiosità ritornano in quasi tutti i suoi film uniti da un atteggiamento di fondo di profonda coscienza etica e religiosa.  

Andreij Tarkovskij nasce nel 1932 a Zavraz'e, figlio del poeta Arsenij Tarkovskij e di Maria Ivanovna Visnjakova. Si diploma alla Scuola di Cinema di Mosca nel 1960 con il cortometraggio "Il rullo compressore e il violino". Due anni dopo viene premiato alla mostra del cinema di Venezia con il Leone d'oro per l'opera prima, "L'infanzia di Ivan". Nel 1966 ultima "Andrei Rublev" distribuito solo cinque anni più tardi a causa della censura sovietica. Riprende a girare e realizza malgrado le difficoltà nel 1972 "Solaris", "Lo specchio" nel 1974 e "Stalker" nel 1979. Nel 1981 decide di stabilirsi con la moglie in Italia dove gira il "Tempo di viaggio" e "Nostalgia" nel 1983 premiato al Festival di Cannes. L'ultima opera è "Sacrificio" del 1985, anno in cui gli viene diagnosticata una malattia incurabile. Prima di morire riesce a ultimare anche il libro "Scolpire il tempo". Muore esule a Parigi nel 1986.    

Gaetano Pesce. Il rumore del tempo
Fino al 18 aprile alla Triennale di Milano in mostra oltre 2000 pezzi tra oggetti, disegni, foto, testi per avvicinare lo spettatore a un mondo fatto di nuove forme, nuovi materiali e colori diversi capaci di creare oggetti uno diverso dall’altro. Il concetto del tempo come “dimensione privata” è il cardine della mostra insieme al concetto di caducità di ogni cosa. Una mostra che coinvolge lo spettatore. Orari: tutti i giorni 10.30-20.30. chiuso il lunedì. Info: www.triennale.it
Ci resta il nome
Fino al 13 marzo al Museo di Storia Contemporanea in via Sant’Andrea a Milano una mostra fotografica di Isabella Balena racconta i luoghi della memoria della II Guerra Mondiale in Italia. Le immagini raccontano cimiteri militari, zone di sbarco e di battaglia, comunità locali vittime di eccidi. Orari: 9.30-12, 14-17.30. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www.museidelcentro.mi.it
RENATO GUTTUSO opere della Fondazione Francesco Pellin
La più rilevante raccolta di opere pittoriche di Guttuso attualmente esistente per la prima volta in mostra a Milano alla Fondazione Mazzotta con 77 dipinti e 47 disegni realizzati tra il 1931 e il 1986. Orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa il lunedì. Info: www.mazzotta.it
MARIO MERZ
Fino al 27 marzo a Torino, una duplice mostra che celebra cinquant'anni di carriera del pitto-scultore, assemblatore-installatore, costruttore esistenziale e concettuale Mario Merz, alla Galleria civica d'Arte Moderna e Contemporane (info.0114429518) e al Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivoli (info.0119565222).